Vitigno | 100% Nebbiolo |
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Area di produzione | Canale |
Denominazione | DOCG |
Altitudine | 280 m s.l.m. |
Esposizione | Sud – Est |
Suolo | Sabbioso |
Allevamento | Controspalliera |
Potatura | Guyot |
Formato bottiglia | 75 cl |
Tutti conoscono Barolo e Barbaresco, le due più grandi incarnazioni del Nebbiolo in terra di Langa. Ma l’astro nascente che sta meritatamente conquistando un suo spazio, anno dopo anno, è il Roero. In particolare, la sua migliore declinazione, cioè il Roero Riserva.
Questo è il nome della DOCG a base di Nebbiolo che domina tutte le terre della sponda sinistra del fiume Tanaro. Come un tempo dominava la famiglia Roero. Che rimase così tanto in possesso di queste terre da lasciare in eredità il nome anche a queste colline.
Il Roero non è meno nobile né longevo. È semplicemente diverso. Già, vini diversi, ma dai risultati sempre straordinari.
In particolare, il Roero è capace di liberare tanto i profumi così come le splendide suggestioni che hanno reso immortale il Nebbiolo.
Sono di un fruttato austero… sentori di radici, terra, funghi, foglie, violette. E ovviamente quelle incantevoli note eteree che non hanno eguali.
Al palato è – chiaramente – elegante, poco acido, caratterizzato da un frutto ben misurato. Ciò che è significativamente diversa è l’intensità dei tannini.
Molto meno potente, brusco e prepotente di quello che magari si potrebbe supporre. Tant’è che l’affinamento minimo del Roero è di 20 mesi. 32 per il Riserva. Con obbligo di sosta in legno per 6 mesi.